La vita
Mi piacerebbe tornare a un tempo precedente,
in cui quando incontro delle cose belle, sono capace di dire sì
forse il tempo di un’altra vita
di un altro karma
e anche la mia vita mi conduce a questo...
la mia vita una delle tante vite
uno dei risvolti che piegandosi perfettamente
danno luogo a una persona diversa
a un nuovo destino
nuova terra e nuove zolle
che sotto una luce rosea
vivono e respirano
Krapina/Zagreb, gennaio 2017
Cristina (testo e foto)
foto da it.freepik.com
Bellissima primavera
Le cose più belle sono quelle che ti costringono a non pensare...
Oggi è venuto a trovarci un piccione.
Bellezza
A volte basta fermarsi un po’ a vedere la bellezza...
C’è un angolo di verde:
Ho voglia di stare un po’ in pace,
Ho voglia di respirare la pace per un momento
Ho voglia di andare via.
5 maggio 2016
Cristina
foto da www.fondazioneterradotranto.it
TERRA
Come albero senza radici, piantato mi scorgo, città di Milano.
Così tante mani in questa metropoli stringo. Eppure tra molti rivedo mio volto.
Non mancano amici, compagni, persone, ma un gruppo d'affetti, una casa, una patria che faccia sentire mia linfa vitale.
Un quarto di secol separa mio corpo da terra natia.
Le palme, gli ulivi, quel vento sul mare.
Talvolta ritorno, mi affaccio a quei luoghi e sento mio cuore rimasto tra scogli, tra pietre, tra schizzi, tra l'erba, tra i rovi.
Intanto mi curo, mi ascolto, ma resta ricordo nostalgico addosso.
Perduto è il lavoro, passate passioni, già resto felice, ancor fortunato se posso gridare che amo, che vivo, che scrivo.
Che gioia se accanto mia sposa, mia bimba. Famiglia sei centro dei miei desideri.
Sorrido se penso alle scelte passate.
Considero quelle le sole possibili allora; tornato ora è tempo per mescolar carte?
Occorre rischiare, cambiare, tornare già sopra quei passi, guardando davanti.
Mi serve dell'altro.
Fiducia in me stesso, tornare a sperare per essere ancora con gli altri l'ilare, capace d'amare.
Se fosse futuro che affolla la mente?
Ritroverei abbracci o solo altra gente?
Milano, 15 marzo 2016
Fabio
foto da it.freepik.com
IL CANTO DEGLI UCCELLI
E poi c'è questa cosa
del canto degli uccelli.
Li sentivo chiamare il mio nome,
dirmi "Brava!", o "Son qui!",
uno specchio sonoro
cui pedissequamente mi affidavo.
Li intercettavo coi miei malati ricettori
e traducevo i fischi in parole.
Non so dire l'effetto che mi fa
riconoscere il rischio che correvo:
la giungla era effimera, interiore,
ma il corpo antro reale seguiva di getto.
Li ho sentiti anche oggi a Reggio Emilia
e lì sono rimasta, con l'orecchio
ancorata alla musica dei loro becchi.
Ora, appena riavuta, penso a quanto
è pascoliana la mia scelta.
Oggi non li si ascolta più.
Reggio Emilia, 31 maggio 2013
Livia