Pochi giorni fa, durante il gruppo che si incontra per discutere di nuovi stimoli da inserire in questo blog, ci si interrogava sulle distanze che ci sono tra le generazioni di genitori e figli, osservando come tra queste spesso sia proprio la musica a porsi come baluardo di confine.
La musica, infatti, sembra ci serva per delineare la nostra identità: ricerchiamo nelle note di una canzone, ma ancor più nelle parole, dei fedeli compagni di viaggio che possano essere nostri o perlomeno del nostro tempo, del nostro momento; compagni con cui sia possibile costruire un dialogo che spesso è impossibile trovare altrove.
Per quanto sia comune a molti di noi trovare difficile capire la musica che ascoltavano i nostri genitori o i nostri nonni e sebbene ci rendiamo conto di come ancor più difficile sia per un genitore capire la “musicaccia” che ascoltano i propri ragazzi, è anche vero che molti di noi associano la musica ad alcune delle proprie “fasi” della vita, fasi che ci troviamo a vivere come già i nostri genitori e i nostri nonni e che forse vivranno anche i nostri figli.
Pertanto ci si chiede come questa musica, tanto diversa nei tempi e nei gusti di chi la ascolta, possa essere oltre che motivo di differenziazione anche un ponte di collegamento che ricopre la stessa funzione per più persone in diversi momenti; ci si domanda come autori del passato possano dirci tante cose ancora molto attuali e importanti o viceversa musica più recente possa smuovere qualcosa anche in altre generazioni.
La cosa sicura è che molti autori ci dicono ancora molte cose profonde, vive e toccanti e alcuni di questi che “non hanno tempo” sanno e sapranno dirci sempre qualcosa sui nostri momenti…
Ecco alcuni stimoli per risentire passaggi che potrebbero essere dei bei trait d’union tra generazioni:
…Se ti tagliassero a pezzetti
il vento li raccoglierebbe
il regno dei ragni cucirebbe la pelle
e la luna tesserebbe i capelli e il viso …
Se ti tagliassero a pezzetti - Fabrizio De André
https://www.youtube.com/watch?v=UyYCD3fDMwE
…Qui nel girone invisibili
per un capriccio del cielo
viviamo come destini
e tutti ne sentiamo il gelo…
Cose Che Dimentico - Fabrizio De André con Cristiano De André
https://www.youtube.com/watch?v=6IH0LfPSLS0
…Non insegnate ai bambini
non insegnate la vostra morale
è così stanca e malata
potrebbe far male…
Non insegnate ai bambini- Giorgio Gaber
https://www.youtube.com/watch?v=rYpQFTu4IFI
Niccolò
(foto da pixabay.com)
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Sandro (mercoledì, 14 giugno 2017 09:47)
al di là delle differenze musicali tra generazioni, ci sono alcuni artisti che invece accomunano. anche ieri, con i ragazzi del Virgilio, si è parlato per es. di Fabrizio De Andrè. a me De Andrè non è mai piaciuto, però su Giorgio Gaber già sono più d'accordo. credo ci siano artisti che vanno oltre le differenze tra generazioni.
Cristina (domenica, 10 settembre 2017 15:32)
E' vero, la musica puo' essere un ponte di collegamento
io ad esempio pur sentendo la distanza fra generazioni ho sempre ascoltato con piacere canzoni degli anni passati, ad esempio oggi ascoltavo la bellissima La lontananza di D Modugno ..
ermes (venerdì, 13 ottobre 2017 17:40)
La musica rappresenta un momento in cui tutte le popolazioni di ogni parte del mondo e di ogni religione potrebbero unirsi e trovare un momento di armonia e serenità e con la musica che e' un tipo di arte ci si potrebbe unire e abbattere barriere che spesso si potrebbero annullare barriere che si potrebbero creare da un punto di vista politico economico e religioso
Gian Paolo (mercoledì, 11 dicembre 2019 19:08)
Io ho sempre ascoltato praticamente di tutto. Rock, metal, folk (da ogni parte del mondo), jazz, contemporanea colta, contaminazioni, musica per installazioni etc. Mio padre (morto dieci anni fa) ascoltava quasi solo lirica. Li ho lì i suoi dischi (che poi erano quelli che gli regalavo io ai compleanni) con la Callas, la Tebaldi e del Monaco ... e poi mia madre (morta quest'estate), che invece grazie a me si era appassionata a Bob Dylan (anche quei dischi glieli regalavo io, e ora stanno sulle mie mensole) ... eppure negli ultimi anni nessuno di loro due ascoltava più musica. Mio padre si occupava di politica, mia madre del focolare. Non credo che abbiano mai indagato cosa di quel che ascoltavano gli piaceva (non dico con la testa), tant'è che erano entrambi dei conservatori (in Italia!). Io invece faccio fatica a capire la musica di oggi (solo un disco uscito in questi ultimi anni mi ha colpito: parlo dei Colle der Fomento), e mi rifugio in quella di ieri (da De André che fate benissimo a citare a Cash, dai NIN a Coltrane, da Patti Smith a Bjork) perché trovo sia meno legata al bisogno di non scontentare nessuno e fare da tappezzeria sonora al pubblico generalista. Mi manca l'andare 'in direzione ostinata e contraria' delle cose che ascoltavo da ragazzo, nelle musiche di oggi, e quindi mi godo i miei vecchi dischi.
Pensate che qualche mese fa stavo dialogando con dei giovani skaters assieme alla mia regista (stavamo facendo scouting per la nostra compagnia teatrale) e uno di questi ragazzi a un certo punto ci ha chiesto: 'ma si fanno i soldi col teatro?', al che ho pensato: ma certo, la Dark Polo Gang! Ecco, questo per dire come mi sembra che stiano rovinando le giovani generazioni questi trapper d'oggi. Quand'ero adolescente io, si ascoltava musica per coltivare l'anticonformismo. Oggi invece si pensa agli euro (che nessuno farà mai). Il grande inganno ...