Depresso e felice

Nei primi 35 anni della mia vita, l'umore era legato alle circostanze e agli avvenimenti esterni.

 

Con l'insorgenza del disturbo bipolare, invece, sono stato depresso o mi sono sentito euforico senza alcuna causa esteriore. L'umore era basso anche se tutto andava bene, o potevo essere raggiante e sentirmi onnipotente anche se attorno a me le cose non andavano poi tanto bene. 

 

Di anni ora ne ho 45. Da quattro anni non ho più ricadute. Non si verificano più ricoveri nei tanti reparti psichiatrici conosciuti dall'interno. Continuo a curarmi, stavolta accettando o tollerando i farmaci e le premure degli psichiatri e degli psicoterapeuti.

 

Oggi, 20 marzo, mi dicono essere la Giornata Internazionale della Felicità.

Ma io sono felice?

 

Mi guardo, mi osservo, mi ascolto e trovo la forza di dire con sincerità che sì, sono felice. Una felicità tutta nuova, diversa da quella che avevo prima di essere dichiarato e curato come affetto da disturbo bipolare. Mi sveglio in questi ultimi mesi talvolta depresso, nostalgico... mi manca il mare, la terra natìa... poi durante la giornata torna il sorriso.

 

Nonostante la depressione, sento in me una gioia di vivere, di abbracciare, di amare. Si può quindi essere felici anche se ansiosi e depressi? Sì, io sono felice, nonostante l'umore continui a fluttuare senza motivi apparenti. Non so perché. Sento una gioia di fondo nonostante i pensieri tristi. La vita scorre... forse basta non porre condizioni, per essere felici qui, ora.

 

Fabio

 

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Commenti: 7
  • #1

    Francesca (lunedì, 20 marzo 2017 23:46)

    Molto bello! Grazie per questa condivisione che mi spinge a non poche riflessioni.
    Chissà, forse dovrebbero esserci più giornate della felicità, ma al contempo, non dovrebbe essere "stigmatizzata" la tristezza, giacchè ha anch'essa il suo perchè, fosse anche solo quello di ricordarci che è bello essere felici...

  • #2

    Fabio (martedì, 21 marzo 2017 18:07)

    Grazie a te Francesca per questo commento che coglie nel segno. Il chiacchiericcio della mente non intacca il profondo sentire, l'essere. Il cielo resta blu sopra le nuvole :)

  • #3

    Cristina (martedì, 21 marzo 2017 22:50)

    bella

  • #4

    Livia (mercoledì, 22 marzo 2017 16:30)

    A me mio padre ha insegnato che una cosa è la gioia, che assomiglia molto a quella che tu descrivi, Fabio, così bene, che è uno stato di grazia che possiamo provare se ci sentiamo vivere e riusciamo ad apprezzarlo con equilibrio; e un'altra cosa è la sciocca ricerca di euforica felicità, che è solo effimera e non essendo appagabile ci fa soffrire e nulla più.
    Da quando mi curo dopo la diagnosi di bipolarità sto molto meglio di prima di ammalarmi, comunque.

  • #5

    Fabio (mercoledì, 22 marzo 2017 20:52)

    Grazie Livia, per il tuo commento.
    Mi viene da precisare che io non credo di avere nessun merito in tutto ciò.

  • #6

    Roberto (giovedì, 22 giugno 2017 17:14)

    Bellissimo Fabio. Commovente. Mi spinge a dire che bisogna accettare quello che c'è, ma non un accettare remissivo, più un vedere il bicchiere mezzo pieno.

  • #7

    Fabio (giovedì, 22 giugno 2017 17:20)

    Grazie Roberto, pensa poi che da qualche mese anche quella lieve depressione mi ha abbandonato. Merito del post? Penso merito vostro... Grazie!