Secondo me ciò che unisce le persone è la ricerca dell'altro con cui condividere emozioni; detto questo... penso che il desiderio di relazionarsi sia innato in tutte le persone, anche quelle più introverse e taciturne.
Non credo abbia molto a che vedere con la solitudine, pur restando dell'idea che se vissuta tragicamente essa può diventare la causa di alterazioni e conseguenti difficoltà a interagire con gli altri; è anche vero che difficoltà e vantaggi nelle relazioni esistono comunque a prescindere dalla presenza o assenza di alterazioni.
La prima e forse unica difficoltà che mi viene costantemente in mente è sempre legata al modo di interagire prima, durante e dopo una conversazione.
Per quanto riguarda il "prima", l'arte, almeno da una delle due parti, di saper rompere il ghiaccio, la trovo di fondamentale importanza: in questo caso si sa che viene sempre premiato il modo di porsi al cospetto altrui... Ci tengo a precisare anche un'altra cosa che si sa bene: "Per esser piacenti non esiste un modo esatto ed assoluto".
Passando alla seconda fase, quella del "durante", è oltremodo di vitale importanza saperla gestire, capendo e scegliendo il momento opportuno in cui ha senso ascoltare, parlare, interrompere o chiudere se necessario; non necessariamente si interrompe o si chiude perché il dialogo è di scarso interesse o perché ci si sente sommersi da mille informazioni...
La fase finale riguarda il "dopo": grazie ad essa e a chi è stato al nostro cospetto ci si saluta e ci si porta con sé qualcosa in più.
Paolo
foto dal web, "lamenteemeravigliosa.it"
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