Il sorriso di Deborah

I giornali riportano la tragica notizia di una donna di colore di 66 anni, il suo nome era Deborah Danner, uccisa a New York dalla polizia.

 

Non è il primo episodio di violenza da parte delle forze dell'ordine nei confronti dei neri e degli ispanici, ma qui l'episodio è ancora più drammatico di quanto abbiamo sinora visto in quanto non ci sono giustificazioni di minacce.

 

Deborah era una donna di 66 anni affetta da schizofrenia e la polizia era stata chiamata perché era in uno stato di agitazione per una periodica crisi: la sua unica “arma” era una mazza da baseball.

Un poliziotto ha freddamente sparato per uccidere, pur sapendo che non aveva di fronte un criminale ma una donna sofferente già conosciuta alle forze dell'ordine.

Abbiamo sbagliato”, ammette il capo della polizia, ma resta l'accanimento ripetuto verso gli emarginati e i diversi, ben compreso da Deborah che nel suo diario confidava che “le persone con demenza non sono più considerate persone”.

 

Eppure il ritratto fotografico pubblicato ci mostra una donna con un bel sorriso ed una gran voglia di vivere una vita normale: lavorava nel campo informatico quando le crisi lo permettevano e faceva il possibile per allontanare lo spettro della malattia. Il suo coraggio non veniva ricambiato e anche i familiari si erano allontanati, ma nel diario non si piangeva addosso, ritenendosi fortunata rispetto ai malati psichiatrici in carcere o in strada senza assistenze e cure. Aveva la forza di sorridere pur nell'abbandono e nella malattia e la bellezza di questo viso spento dalla stupidità e dalla cattiveria ci rattrista e ci ammonisce nella speranza che il messaggio di questa donna venga raccolto.

 

leggi l'articolo:  http://www.corriere.it/salute/neuroscienze/16_ottobre_21/new-york-uccisa-polizia-casa-aveva-scritto-sua-schizofrenia-93f6b214-9775-11e6-bd66-b2bce124488b.shtml     

 

Ettore

foto da mangoquenette.com

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Commenti: 1
  • #1

    Roberto (mercoledì, 26 ottobre 2016 11:52)

    Sul diario di Deborah c'era scritto: “Le persone con demenza non sono più considerate persone”. Per la prima volta in vita mia sono entrato in un reparto psichiatrico, domenica per la precisione. Credo che quello che ha scritto Deborah sia condiviso da più persone. Spero che siano la stragrande minoranza, ma che vi siano è assolutamente vero. C'è pre-giudizio verso chi è affetto da una malattia psichica. Io posso portare la mia esperienza, che è un granello di sabbia. Ho visto persone che nella vita hanno subito uno o più TSO con una mente ed un cuore meravigliosi. Ho visto intelligenze nettamente superiori e sensibilità incredibili accoppiarsi ad ingenuità di bambini, da guardare con tenerezza, meraviglia ed ammirazione. Invece interviene, molte volte, il (pre)giudizio. Grazie Ettore.