Scuola e bullismo

La scuola è sempre e sempre sarà il debutto in società per tutti, anche per chi non è nobile.

I nobili, appunto: la nobiltà era un segno distintivo che

caratterizzava il concetto di famiglia nella forma più protettiva che la società poteva sostenere e perseguire fino agli inizi del '900.

 

Nella scuola allo stesso modo gli individui/bambini/ragazzi vivono una forma di famiglia allargata, all'interno della quale si sviluppano dinamiche di protezionismo antropologico che soccorrono alla mancanza della figura genitoriale, che si pensa sostituita dall'insegnante. Queste dinamiche hanno sviluppi diversi che accompagnano la crescita degli studenti con definizioni da classe: il secchione, lo sfigato, il bullo, etc.

 

Mentre i primi due sono legati alle performance scolastiche il terzo, il bullo, non si distingue per meriti o demeriti legati alle materie di studio ma si afferma per esprimere la naturalezza dell'essere umano che sviluppa una forma di protezione nei confronti del gruppo. Il bullo può essere tanti bulli o solo un bullo.

 

Le conseguenze del suo modo di esprimersi non sono mai appaganti, perché l'individuo che esercita violenza è quasi sempre emarginato dal resto del gruppo; forse temuto, ma quasi sempre emarginato dalla bellezza dei rapporti armoniosi che rendono gli individui sereni. Non si protegge mai un bullo, si proteggono le vittime del bullismo. In questo senso vorrei in collaborazione con Davide descrivere in breve un episodio che rappresenta quanto descritto nell'introduzione.

 

DAVIDE: "In terza superiore geometri un bullo mi disse dammi un pugno negli addominali ed io ascoltandolo tirai un pugno senza violenza per accontentarlo; lui non contento mi disse dammelo più forte; a quel punto lui si prese un forte pugno e mi sputò in faccia. Io non ho reagito."

 

ANDREA: "Dopo essere etichettato come secchione mi accorsi che i bulli mi davano fastidio. Da secchione divenni bullo ed un giorno sorpresi un neutrale (svizzero) in bagno che menava un certo Fabrizio R. Lo guardai e gli chiesi chi gli aveva dato il permesso di menare Fabrizio. Lui se ne andò velocemente senza darmi risposta..."

 

IL DIBATTITO E' APERTO E LE CRITICHE BEN ACCETTE

 

Andrea

(foto da mammaimperfetta.it)

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Commenti: 6
  • #1

    Sandro (lunedì, 19 settembre 2016 19:01)

    ciao Andrea, probabilmente ci siamo conosciuti in riunione, poi al bar-enoteca di Damiano (mi sembra si chiami così). il tuo mi sembra un punto di vista poco preparato sull'argomento... perdonami! io a scuola non ho mai vissuto queste esperienze, tra l'altro di recente abbiamo fatto una "rimpatriata" con gli ex compagni di classe. noi alla riunione abbiamo parlato di cose ben più pesanti, come gli episodi di cronaca di questo periodo.

  • #2

    Cristina s (domenica, 25 settembre 2016 15:13)


    Io penso che ognuno puo' avere esperienze diverse..

  • #3

    Sandro (domenica, 25 settembre 2016 16:28)

    sì, chiaro, la mia non voleva essere una stroncatura. martedì prox probabilmente non ci sono, nel caso facciate una riunione. ciao

  • #4

    Andrea Pozzi (martedì, 27 settembre 2016 19:44)

    Sandro magari ne parliamo di persona xche'in chat questo argomento e'difficilmente affrontabile.Vieni questa sera.E come gia'scritto le critiche sono ben accettate.Grazie x le tue.Capiremo meglio l'argomento una volta confrontatici di persona

  • #5

    Sandro (giovedì, 29 settembre 2016 18:07)

    sono d'accordo; per ora sono preso col lavoro, magari ci vedremo un'altra volta. ciao

  • #6

    Enzo M. (mercoledì, 24 aprile 2019 09:46)

    Usare sempre<a href="https://www.sanvitolocaposhuttle.com">la testa </a>