Notizie di cronaca

Alle brutte notizie che la cronaca quotidiana ci riserva, fortunatamente, non ci abituiamo, e conserviamo un moto di indignazione e di incredulità, segno che siamo reattivi e che certe notizie ci feriscono. Bisogna, però, registrare che questi fatti assumono una frequenza, verrebbe da dire una quotidianità, che rischia di renderli usuali se non ci fosse, appunto, un moto di indignazione individuale e speriamo anche collettivo.

Il ventaglio delle notizie spazia da efferati delitti come la vicenda romana che ha visto la morte orrenda e gratuita di un giovane, a femminicidi originati dalle più svariate cause, a vicende endemiche di corruzione e malaffare davanti alle quali diventa difficile, anche se doveroso,  fare un “distinguo”.

 

Ci sono, poi, una serie di episodi che devono risvegliare le coscienze per una particolarità che li accomuna: la fragilità fisica e morale delle vittime che nello specifico sono bambini degli asili e malati psichiatrici ricoverati in una struttura privata “convenzionata”.

Sono stati documentati, infatti, maltrattamenti in un asilo - e non è un caso isolato -  da parte di educatrici che per il ruolo, l’esperienza e la preparazione specifica avrebbero dovuto accudire quei bimbi e non sottoporli ad angherie certamente non educative. Nel caso dei malati psichiatrici si è riversata su di loro una violenza fisica da parte degli assistenti sanitari che sorprende per la rabbiosità con la quale veniva attuata. I giudici nella sentenza hanno esplicitamente parlato di “determinazione criminale” e di “violenza insensata” attuata dagli operatori: sono termini molto crudi che descrivono bene la difficile situazione dei pazienti costretti a subire angherie senza poter ribellarsi in quanto “incapaci”.

 

Gli interrogativi, riguardo a queste vicende sono molti, a cominciare dall’idoneità delle persone preposte ai servizi, all’organizzazione del lavoro, alla sorveglianza da parte delle strutture preposte, alle probabili coperture delle quali hanno goduto tutti questi personaggi. Un’aula d’asilo o una struttura sanitaria non sorgono solitamente in mezzo alla campagna e non occorrono orecchie particolarmente fini per cogliere l’anomalia di certe situazioni. Probabilmente ha influito anche un atteggiamento pavido da parte dei superiori e dei colleghi che non rende loro certamente onore. Resta il fatto che nella nostra società sempre più rispettosa, a parole, delle libertà individuali si riscontra, invece, una mortificazione delle persone indifese quali i bambini e i malati psichiatrici che come “diversi” appaiono con un ruolo estraneo alla società e sono non solo marginalizzati ma fatti oggetto di soprusi di tutti i generi. Vale la pena di ricordare, a questo proposito, la vicenda della bambina autistica respinta dalla gita scolastica per la sua sola colpa della “diversità”. Bisognerebbe ricordare, invece, la necessità di un recupero di questa soggettività che deve diventare nuova ricchezza per la nostra società.

 

Voglio chiudere invece con una notizia di cronaca, questa volta positiva, appresa leggendo, sul “Corriere” l'editoriale di Marco Garzonio, noto psicologo e giornalista, a commento del fatto. Menziona, infatti,  il successo di un progetto attuato nella nostra città per qualificare malati psichiatrici come guide museali, aprendo loro una strada di conoscenze e di contatti che li può finalmente togliere dall’isolamento della loro condizione. Scrive Garzonio:  “E' una risorsa per la città contare su uomini e donne che hanno imparato a maneggiare i dolori della mente e a trattare con gli affetti che l'arte muove”.  

 

E’ proprio questo l’indirizzo di stimolo, di coinvolgimento e di apertura all’esterno che persegue l’Associazione Basti-menti con le varie iniziative in corso e in progettazione che portiamo avanti con convinzione e determinazione, consapevoli - per usare ancora le parole di Garzonio - che “ i dolori dell'anima e della psiche sono una sfida al vivere comune: una grande, generale provocazione da accogliere, non da rimuovere”.

 

Ettore

 

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Commenti: 1
  • #1

    Sandro (venerdì, 20 maggio 2016 14:56)

    ciao Ettore,
    sì, in effetti la cronaca di tutti i giorni è piena di brutte notizie. soprattutto colpisce quando sono coinvolti dei giovani, che dovrebbero essere la speranza per il futuro. riguardo i nostri discorsi sui rapporti di vicinato, spesso è la solitudine a causare delle situazioni di violenza; dovremmo riuscire tutti a mantenerci più calmi, e aiutarci a vicenda.
    a presto