Il 2 Novembre

La ricorrenza dei Defunti è coincisa quest’anno con una splendida giornata d’autunno che era un vero e proprio inno alla vita. I colori autunnali delle foglie, invece di smorzare la gioia in cuore, rendevano il contesto ancor più suggestivo.

 

Ho voluto visitare il Cimitero Monumentale, oggetto di un recente intervento che ha ampliato lo spazio pedonabile antistante  sottraendolo ai camioncini dei commercianti cinesi di via Sarpi: il risultato è decisamente più vivibile e di buon risultato estetico.

L’ospite è accolto da una diffusa coreografia di crisantemi forse d’effetto un po’ sanremese, ma è il giusto omaggio della città ai tanti illustri personaggi e agli sconosciuti che riposano nel camposanto. Il Cimitero Monumentale deve la sua fama alle importanti opere d’arte con le quali i congiunti hanno voluto onorare i defunti, tanto da essere definito “un museo a cielo aperto”. Accanto a edicole, obelischi o a templi “assiro-babilonesi”, edificati dalle famiglie più facoltose della città, c’è una notevole presenza di opere scultoree affascinanti per la loro espressività. Le statue  non trasmettono, a mio parere, tanto un dolore per la perdita, ma l’attaccamento del ricordo. Così soldati caduti in battaglia sono riproposti nell’atto del sacrificio e spose o mariti vengono fermati in un momento di gioia familiare per tramandarne la memoria felice dell’immagine fisica.

 

L’arte funeraria è antichissima ed è presente in tutte le civiltà che hanno avuto il culto dei morti con la credenza in una resurrezione ed è singolare confrontare i vecchi monumenti funebri con le nuove realizzazioni. Oggi gli artisti, evidentemente su indicazione dei committenti, nel realizzare il monumento funebre ricorrono a virtuosismi di forme astratte e, in genere, si astengono dal ricorrere sia alla tradizionale iconografia sacra, sia dal riprodurre l’immagine del defunto. Sappiamo che l’attuale contesto culturale esorcizza la morte e la sua rappresentazione. Queste nuove forme di espressività artistica ne sono una riprova. Il monumento funebre contemporaneo è più un omaggio formale che una reale condivisione del dolore. Sentimento che nelle vecchie sepolture si manifestava anche in ingenui ricordi scolpiti, tipo: “madre virtuosa”, “padre esemplare” ...

Oggi, queste espressioni fanno sorridere per la loro ingenuità. Essa  derivava da una realtà ben diversa, forse, ma erano pur sempre indicazioni valoriali che nel contesto attuale ci guardiamo bene dall’esprimere. 


Ettore

Scrivi commento

Commenti: 0