Il presepe di Cracovia

Parecchi anni fa, tanti ma non tantissimi, partecipavo all’organizzazione di una mostra benefica di presepi artistici e mi sono accorto, con questa esperienza, di quante persone si dedicano con passione a realizzare le più originali ed inconsuete rappresentazioni della Natività con gli stili ed i materiali più impensati. In alcuni casi il presepe è una struttura con marchingegni sofisticati per animare i personaggi, muovere le pale del mulino, far scorrere le acque del ruscello ed altri meccanismi.

I bambini rimangono incantati ed i genitori pagano volentieri il biglietto di ingresso alla mostra.

Il presepe in Italia ha una lunga tradizione e soprattutto a Napoli nei secoli scorsi le figure delle statuette raggiunsero una preziosità di vesti ed ornamenti che ancora lascia ammirati, anche perché era la ricostruzione di nobili e popolani che rendevano omaggio al Bambinello. Oggi queste figure sono oggetto di ricerca sul mercato dell’antiquariato.

Tutta questa variegata rassegna di presepi nella nostra raccolta era presente. Ci mancava però un pezzo particolare, che facesse da richiamo per l’esposizione. Tramite amici venni a sapere che una signora di origine polacca possedeva uno straordinario presepio, tipico dell’artigianato di Cracovia.

Sono costruzioni che sarebbe forse improprio definire “presepi”, in quanto si discostano totalmente dall'iconografia tradizionale, con i simboli classici della grotta, del bue, dell’asinello e della stella cometa. Ma il bello è proprio costituito dalla straordinaria inventiva degli artigiani di Cracovia: là si realizzano costruzioni di legno rivestite di carta stagnola dorata che riproducono, anche in grandi dimensioni, castelli o chiese locali.

Si tratta di oggetti veramente speciali per fantasia, abilità di realizzazione e variegata cromia. Il richiamo alla Natività è dato in genere dalle figure sacre poste nelle nicchie della costruzione.

I lavori di Cracovia si distinguono insomma dai nostri presepi caserecci e ci tenevo quindi ad esporlo come pezzo singolare e testimonianza di tradizioni diverse dalle nostre. Andai a trovare la signora nel suo studio di grafico dietro piazza Scala e fui ricevuto con molto calore, anche perché ero stato introdotto da un personaggio autorevole. Senza difficoltà riuscii ad ottenere in prestito il bellissimo oggetto che fu, ovviamente, un efficace motivo di richiamo alla mostra.


Questo episodio mi si era poi cancellato dalla mente, forse perché non mi sono più occupato di presepi se non di quello casalingo che allestisco in modo ridotto e simbolico, con due vecchie statuette napoletane che ogni anno alla Vigilia tolgo dallo scatolone ed espongo in salotto.

Recentemente ad un ricevimento sono stato presentato ad una signora dal difficile nome polacco la quale, con mia grande sorpresa, sosteneva di avermi conosciuto. Fu quando raccontò la mia visita al suo studio e tutto il seguito che, solo a quel punto, mi tornò un po' di memoria della vicenda, i cui contorni restano per me ancora nebulosi. Mi chiedo la spiegazione di questa mia rimozione e per riparare questo Natale metterò in bella mostra, accanto alle statuette napoletane, un volume illustrato sui presepi di Cracovia che avevo comprato all’epoca.


Spero che questo mi aiuti a recuperare per intero il ricordo della bella storia di un Natale di tanti anni addietro e insieme a questo lo spirito e la dolcezza di quelle lontane festività, vissute in una dimensione familiare che non ho più.


Ettore


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