Per parlare di Borderblog Psiche bisogna pensare a quanti brain storming e voli del pensiero veri e propri abbiamo fatto insieme.
La differenza tra giornalismo e psicoanalisi è la cura, sebbene, nei casi che ho seguito io era liberatorio parlare solo se aiutati veramente a tirar fuori quello che si ha dentro.
Di solito per parlare di sé ci vogliono due persone, nella seduta psicoanalitica come nell'intervista.
Nel nostro caso, è stata fondamentale l'esperienza trainante del dott. Comelli, uno psichiatra con una dote: è uomo del suo tempo.
Si rende conto del mondo circostante alla persona che soffre, non giudica con lo stigma.
Si tratta di totale assenza di giudizio negativo sulla debolezza dell'altro, si tratta di posizione paritaria, che riesce a stabilire un contatto profondo, perché non essendoci giudizio non ci sono ruoli.
Ci siamo portati su Internet con la convinzione che oramai, troppi anni di TV del dolore, troppi anni di speculazione, ci avevano tolto uno spazio per l'anima.
Ed ecco l'incontro.
Chico Buarque diceva che "la vita è l'arte degli incontri": abbiamo solo aperto uno spazio dove liberamente, serenamente e senza giudizio né ruolo, tu puoi raccontare un'esperienza, un istante, un dolore, puoi essere un "te stesso accolto".
Questo è Borderblog: l'accoglienza laica, l'accoglienza tra persone che sentono la vita.
La mia esperienza alla Rai e a Canale 5 era di sbranare in senso cinico; a Canale 5 più democratico, alla Rai nei programmi Mixer e Chi l'ha visto? Chi l'ha visto? mi ha insegnato le sovrastrutture degli assassini... mi ha insegnato a condividere l'angoscia e la paura della perdita delle persone care, mi ha insegnato la miopia delle forze dell'ordine e di come si è soli davanti al bisogno.
Anche questo è Borderblog: non essere soli. Vi ricordate Eugenio Finardi con Non voglio essere solo? Ecco, l'accoglienza e poi la conoscenza.
Si è formato un movimento di cervelli e di anime.
L'anima è molto ricercata perché fa ascolto una storia emozionante, ma emozionarsi semplicemente, senza essere usati, è una cosa nuova.
L'idea di giornalismo emotivo non è solo psicoterapia.
E' una condivisione del dolore e dei momenti difficili che ciascuno, in ogni proprio luogo, prova.
E' il dare voce a quelle persone che da sole faticano e lottano per essere. Sull'arte dell'esistere Rilke diceva: "ESISTERE IN TERRA E' DIVINO". Ecco, è questo il tentativo: dar voce a tutti quelli che provano ad esistere, che provano, piano piano, ad avere una storia.
Musil diceva: "TUTTE LE VIE DELLO SPIRITO PARTONO DALL'ANIMA, MA NESSUNA VI RITORNA".
Gli scrittori parlano del tormento, Borderblog è essere insieme davanti alla fragilità della vita, perché dobbiamo lavorare, avere responsabilità, abbiamo un'immagine e un ruolo sociale, però poi abbiamo una vita di relazioni, una famiglia, un mondo di sentimenti e di emozioni da gestire.
E tanto siamo piccoli, tanto siamo grandi.
Le esperienze raccolte sono spontanee, naturali, l'approccio era libero e sereno, quello di chi vuole esserci.
Questo è da sottolineare: esserci.
Essere persone che "ci sono", che si sentono al mondo.
Anche l'esperienza di creare questa pagina ci ha unito, le menti si raccoglievano in pareri, idee, trovate, soluzioni. E' un antidoto all'isolamento, un antidoto alla solitudine del dover lottare soli contro tutto.
Comelli ha un'idea di giornalismo emotivo che è un esercizio secondo me, di maieutica: tirar fuori da soli quello che si ha dentro.
Qui scrivono persone che non sempre vengono al gruppo, qui scrivono anche medici, tutti si rendono conto che questi tempi sono corrosivi per l'unità, la crisi, il litigare tutti in politica, un mondo in divenire, l'euro, l'Europa...
Borderblog è un esercizio in internet senza la frenesia del post tutti i giorni come Facebook.
Oltre a Facebook c'è anche il blog, infatti.
Borderblog unisce la voglia di comunicazione alla vera arte dell'unione, del sentirsi insieme semplicemente.
Anna
Scrivi commento