MONTAGNE

Leggo il pezzo del Corriere e rifletto sui tempi del dolore.

Parliamo spesso di quanto il tempo curi le ferite dell’anima, eppure a volte il tempo non arriva a curare.

Questo dato mi ha lasciato sgomento leggendo le righe del Corriere.

Passano gli anni, Paola è testimone della morte della madre, del padre e del fratellino sullo sciagurato volo che doveva portare da Linate i suoi parenti a trovarla in Olanda.

Dopo anni suo fratello si uccide.

Poi, sulla scia di dolore lasciata dal fratello forse, una donna che, a detta di tutti i suoi amici, era una persona forte, decisa, brillante decide di farla finita.

Nella famiglia resta un solo superstite ora.

Non mi capacito, è come se morte chiedesse morte, come se il dolore avesse la forza di rigenerarsi.

Vorrei sapere di più, conoscere Paola, i suoi amici, il suo compagno e, forse, da lì capire la radice del suo dolore.

Comprendere quanto fosse andata in profondità, cosa non le permettesse di lasciare andare il dolore.

Sentire le persone che accompagnavano la sua vita, intendere come non sia stato possibile strapparle di dosso la sua solitudine.Come spesso accade di fianco a un dolore restano le domande, una montagna di dolore che si scala con una montagna di parole.

Uniche, forse, in grado di vincerlo, conquistarlo come si fa con una vetta.

 

 

 

Maurizio

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