LA NASCITA DELL SITO

Cari tutti ,
volevo, in queste brevi righe, parlarvi della nascita di questo blog e delle sue radici, che emergono da un terreno di pensieri e sentimenti di persone che hanno attraversato importanti “burrasche” della vita.

 

Una prima radice è il mio lavoro e la mia vita che  mi ha permesso di incontrare queste persone in diversi momenti o contesti, appassionandomi sempre nel trovare ciò che in me risuonava come  comprensione del senso della loro esperienza e implicitamente sentendo vicine e  intime le loro difficoltà: a volte questo processo riesce, a volte  no, a volte solo temporaneamente,  ma credo che per molti basti anche il solo accorgersi di un  tentativo di comprendere e di un tentativo di relazionarsi.
Nel tempo e in diversi modi ho quindi conosciuto queste persone e ho proposto loro di poter sviluppare uno spazio potenziale di scambio della loro esperienza, in quanto quest' ultima  la si costruisce narrandosi e narrando ciò che ci avvolge e attraversa. Certamente  io faccio il mio lavoro di psichiatra  o di psicoanalista  classicamente, ma per  molti ho pensato che fosse importante sviluppare  un terreno di discussione e studio del nostro modo di vivere l' attuale come parte non secondaria del processo di recupero di un proprio benessere.
I riflessi che noi possiamo scorgere in queste interazioni e occasioni di contatto , possono nel tempo sviluppare ciò che spesso viene perso da chi perde il contatto con se stesso, ossia un proprio partecipare. Se libertà è partecipazione (Gaber) , la partecipazione è cultura, nell' essere contemporaneamente scrittori dell' altro e scritti dall' altro nel romanzo collettivo di cui spesso non vi è più la percezione.
Ciò non è scontato: scoprire di essere soggetti, scoprire le proprie posizioni culturali, può accompagnarci nel quotidiano, quando di fronte a situazioni inaspettate, sorge  in noi una maggiore vicinanza fra ciò che siamo e ciò che facciamo, dandoci spesso una mano nel rendere il dolore meno inspiegabile o intollerabile. 
Nel blog trovano dunque posto alcune narrazioni. Delle persone stesse che ci scrivono , nel tentativo di esprimere se stessi su se stessi , su noi stessi , sulla propria storia o , allargando il fuoco di osservazione, sui fatti della vita sociale e sulle storie che ci circondano. Un auspicio è che queste storie possano implicitamente  mostrare come stiamo cambiando  e darci una prospettiva delle nostre trasformazioni .

Possiamo immaginare  un dialogo fra scritti, uno scriversi mediante narrazioni, in un laboratorio a cielo aperto realizzato tramite posizioni culturali.

La seconda radice è pertanto quella legata alla cultura ed al riconoscere che i disagi mentali , in maniera diversa, implicano un allontanamento dalla cultura: la condizione umana contemporanea è  già di per se stessa favorente l' isolamento, la massificazione del pensiero , l' assunzione di pensieri di massa come anche di abitudini di massa che hanno lo scopo non tanto di approfondire  il senso del soggetto, quanto di rendere una  apparentemente rassicurante somiglianza fra tutti.
La crisi dei contenitori culturali fa si che ognuno sia più  solo, quando una volta vi erano molte occasioni per un' esperienza condivisa ma non dispersa: i linguaggi o i riti  dei gruppi familiari o  sociali per rappresentare le paure, condividerle, dando  loro una collocazione in modo da poterle tollerare o renderle visibili , sembrano latitanti , forse dopo le grandi delusioni del secolo scorso, pieno di morte e di distruttività. 



Oggi il timore, la paura, il dolore diventano slegati dagli strumenti umani per la loro rappresentazione e diverrebbero più esplosivi, rendendo schizofrenica la vita sociale dove all' apparente  tranquillità si alternano esplosioni di una crudeltà e di una efferatezza  inaudita.

Dunque  oggi l'uomo è più nudo, più indifeso ed esposto : abbiamo solo più anestetici , compreso l' amore per il bello, il bene, il sorriso, come maschere  stereotipate.
Pensiamo anche all' economia ed alla induzione a crescere sempre, al pil che deve salire, al mito delle ricchezze per tutti e ad una scala che deve sempre portare ad un più, ad un riempimento totale e continuo.
Tutta l' area del dolore o dei normali timori o dell' area più  balbettante o diversa dal successo di un eterna giovinezza deve essere negata , non rappresentata o non vista.
L' idea sociale che  la  morte non esista, che grazie alle tecnoscienze si possa ovviare a tutto, pare aver dato un duro colpo all' uomo ed alle sue possibilità di affrontare , vedere , accompagnare  il dolore fra  lui e i suoi fratelli.
In altre parole la confusione oggi potrebbe portarci a dire che  non è detto che ciò che appare bene sia bene e ciò che appare male sia necessariamente male .
Il male  il dolore, non potendo più essere sentito , rappresentato rischia di esplodere in maniera scissa e slegata dal contesto del piacere.



Dunque questa esperienza come  un modo per stimolare a dare voce alla propria posizione e pensiero culturale, in modo da mettere  una parola, un pensiero fra le ondate quotidiane che rischiano di sommergerci e ilsoggetto che ha bisogno di affrontarle sapendo tutto ciò , avendo bussole e usandole quando sarà solo.

 

Ancora,  il blog come strumento per poter  prendere, riprendere una posizione culturale, una posizione dentro, accanto, fra, nella, con la cultura , dopo che la propria condizione ha implicato una messa  a lato dalla cultura, una collocazione  in spazi a-culturali.
Non è questa una posizione  illuminista o fideistica , quanto una posizione che stimola a organizzare i contenitori della nostra vita mentale.



Non sappiamo se e quanto riuscirà questo blog a  dire, ma per me già appare importante poter dare a noi un' occasione per provare a ri-nascere, a vedere  l' effetto che fa il provare e  il tentare di muovere dei passi.
A presto dunque

Anna Luchetta 9 AGOSTO 2013

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